Primo romanzo di Thomas Mann, destinato a diventare uno dei classici della letteratura tedesca. Attraverso il dipanarsi delle vicende di una famiglia della borghesia mercantile di Lubecca, l’autore descrive le profonde trasformazioni della società tedesca nel corso dell’Ottocento: dalle solide certezze nel progresso e nel positivismo all’affacciarsi di una profonda e complessa inquietudine, che tocca la dimensione sociale come quella individuale.

 

 

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Autore: Thomas Mann
TitoloBuddenbrooks. Verfall einer Familie
Editore: S. Fischer
Luogo: Berlin
Anno: 1932
Titolo originale e data pubblicazione: Buddenbrooks. Verfall einer Familie, 1901
Prima traduzione italiana: I Buddenbrook. La decadenza di una famiglia, traduzione di A. Lami, A. Barion Editore, Sesto San Giovanni (Milano) 1930
Pagine: p. 728
Dimensioni (bxh): cm. 12×19


Biografia dell’autore

Heinrich Mann e Thomas Mann, 1902 circa (foto: Atelier Elvira, München)

 

Thomas Mann (Lubecca 1875 – Kilchberg 1955): scrittore tedesco.
Mann, battezzato Paul Thomas, nacque in una facoltosa famiglia mercantile: il padre venne eletto senatore della città anseatica nel 1877; la madre, di origine brasiliana, era sensibile al mondo delle arti, appassionata in particolare di musica e letteratura
Nel 1891, alla morte del padre, la famiglia si trasferì a Monaco. A differenza del fratello maggiore Heinrich (1871-1950), Thomas portò avanti gli studi liceali con difficoltà e, per questo motivo, divenne il figlio designato a percorrere le orme paterne in campo commerciale, mentre Heinrich iniziò a lavorare in ambiente editoriale. Ben presto, però, entrambi i fratelli affiancarono la scrittura alla professione ufficiale, fino a sceglierla come occupazione a tempo pieno.Nel 1895 Thomas raggiunse Heinrich a Palestrina e poi a Roma, dedicandosi esclusivamente alla letteratura e avviando la stesura de I Buddenbrook (che verrà poi pubblicato nel 1901). Rientrato nel 1898 a Monaco, iniziò a lavorare nella redazione della rivista “Simplicissimus”. Nel 1905 sposò Katharina Pringsheim (Katja), giovane chimica, figlia del matematico Alfred Pringsheim e nipote di Hedwig Dohm, teorica del femminismo. Nel 1914, di fronte allo scoppio della Grande guerra, i due fratelli Mann si schierarono su posizioni opposte. Si ritroveranno nuovamente uniti di fronte all’ascesa del nazismo.
Thomas proseguì la sua attività di scrittore e nel 1929 gli fu conferito il Nobel per la Letteratura. All’affermazione di Hitler, nel gennaio 1933, Mann si trova in Svizzera e decide di non tornare in Germania. Aveva già ripetutamente espresso la propria posizione contraria al nazionalsocialismo. Di seguito si trasferì in Francia, poi nuovamente in Svizzera; nel 1936 fu privato della cittadinanza tedesca. Emigrò con la famiglia (tranne i due figli maggiori, Erika e Klaus) negli Stati Uniti nel 1938: qui iniziò a insegnare a Princeton, per poi raggiungere, quattro anni dopo, Pacific Palisades, nel distretto di Los Angeles, dove si era rifugiata una numerosa comunità di esuli tedeschi. Nel 1944 Mann ottenne la cittadinanza degli Stati Uniti. Nel 1952 rientrò in Svizzera, rifiutando di tornare a vivere stabilmente in Germania.


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