Romanzo d’avventura di ambientazione esotica: due attori perdono il lavoro a causa della chiusura del loro teatro a Berlino e cercano di essere scritturati per un film.

 

 

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Autore: Thea von Harbou
Titolo: Der belagerte Tempel
Editore: Ullstein & Co
Luogo: Berlin-Wien
Anno: 1917
Pagine: p. 250
Dimensioni (bxh): cm. 11,5×15,5
Sitografia: Women Film Pioneers Project | The Enigma of Thea von Harbou


Biografia dell’autore

Thea von Harbou (Filmmuseum Berlin, Stiftung Deutsche Kinemathek)

 

Thea von Harbou e Fritz Lang nel loro appartamento di Berlino, 1923/1924 (foto: Waldemar Titzenthaler, tratta da Enno Kaufhold, Berliner Interieurs, Nicolai, Berlin 1999, p. 9)

 

Thea von Harbou (Tauperlitz 1888 – Berlino Ovest 1954): scrittrice e sceneggiatrice tedesca. Giovanissima autrice di racconti e romanzi, inizia presto a lavorare nel cinema come attrice. Sposò in prime nozze l’attore Rudolf Klein-Rogge negli anni della Grande guerra. Collaboratrice e successivamente moglie di Fritz Lang, firmò e partecipò alla sceneggiatura di diversi suoi film: Der müde Tod, Das Testament des Dr. Mabuse (censurato dal nazismo), Die Nibelungen, Metropolis e M. Scrisse inoltre copioni per altri maestri del cinema tedesco, come Murnau e Dreyer.
Nei primi anni Trenta, Thea von Harbou partecipò attivamente alla campagna contro il Paragraph 218, che considerava l’aborto come un atto criminale. A differenza di Lang, di fronte all’ascesa del nazismo non prese le distanze dal regime, anzi continuò a lavorare nel cinema, producendo sceneggiature in linea con la propaganda nazionalsocialista. Nel 1940 entrò nello NSDAP (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei – Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori). Tra gli anni Trenta e Quaranta, per via del legame affettivo con il giornalista Ayi Tendulkar, sì legò alla comunità indiana presente in Germania: i due non poterono tuttavia sposarsi a causa delle leggi razziali.
Dopo la fine del conflitto, tra il luglio e l’ottobre 1945, von Harbou venne imprigionata dagli inglesi nel campo di Staumühle; rilasciata, divenne una Trümmerfrau (lavorando, come moltissime altre donne, nei lavori di ricostruzione delle città tedesche ridotte in macerie).


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