Secondo romanzo della trilogia Pan, preceduto da Colline (1929) e seguito da Regain (1930).
Il breve testo racconta una storia d’amore: sullo sfondo il mondo rurale del Sud della Francia ai primi del Novecento. Nel 1934 ha ispirato il film Angèle, di Marcel Pagnol, con protagonisti Orane Demazis, Fernandel e Henri Poupon.

 

 

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Autore: Jean Giono
Curatore/traduttore: Käthe Rosenberg
Titolo
: Der Berg der Stummen
Editore: S. Fischer
Luogo: Berlin
Anno: 1934
Titolo originale e data pubblicazione: Un de Baumugnes, 1929
Prima traduzione italianaUno di Baumugnes, traduzione dal francese di Attilio Borelli, Milano, V. Bompiani e C., 1950
Pagine: p. 157
Dimensioni (bxh): cm. 11,5×19


Biografia dell’autore

Jean Giono (foto: Denise Bellon / Le Film de l’Equinoxe)

 

Jean Giono (Manosque 1895 – 1970): scrittore francese.
Il padre era un anarchico di origine piemontese che spesso ospitava, nonostante le sue modeste condizioni, esiliati in cerca d’aiuto. Di formazione prevalentemente autodidatta, per aiutare economicamente i genitori lasciò il collegio e iniziò a lavorare in banca. Nel 1914 venne arruolato e partecipò alla Grande guerra, esperienza traumatica che lo segnò profondamente e che nel 1931 verrà registrata ne Le grand troupeau.
Il primo romanzo, Colline, colpì André Gide, che lo incoraggiò a proseguire. Dopo il successo di Un de Baumugnes (1930), Giono decise di lasciare l’impiego per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: nella sua produzione letteraria prevalgono temi elegiaci rivolti alla natura e motivi pacifisti.
Venne incarcerato come antimilitarista allo scoppio della seconda guerra mondiale e poi nuovamente, alla fine del conflitto, con l’accusa di collaborazionismo (per avere pubblicato su riviste allineate con gli occupanti); l’accusa strumentale ometteva però il soccorso da lui offerto ad ebrei, comunisti e disertori.
Per tutta la vita risiedette a Monosque, in Provenza, da cui si allontanò solo per brevi soggiorni a Parigi o viaggi all’estero (come nei primi anni Cinquanta, quando si recò nel nostro paese per raccontarlo poi nel Voyage en Italie). Parallelamente pubblicò diversi romanzi: Le hussard sur le toit (1951), Le Moulin de Pologne (1953), Le bonheur fou (1957), Angelo (1958), pervasi da toni molto più amari rispetto ai libri degli esordi.
Durante la guerra d’Algeria sostenne il diritto all’obiezione di coscienza.


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