Celebre romanzo della letteratura spagnola, in cui si narrano le aspirazioni dell’omonimo protagonista, Don Chisciotte (Don Quijote), appassionato di vicende cavalleresche tanto da desiderare di emularne gli eroi, i cavalieri erranti. Ma quel mondo è ormai tramontato ed egli comincerà a trasfigurare la realtà attraverso le sue visioni e combattendo avversari immaginari.
Nel fondo depositato presso la Fondazione Villa Emma è presente il terzo volume dell’opera.
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Autore: Miguel de Cervantes Saavedra
Curatore/traduttore: Ludwig Tieck
Titolo: Leben und Thaten des scharfsinnigen Edlen Don Quijote von la Mancha, dritter Band
Editore: Otto Hendel
Luogo: Halle a.d.S.
Anno: 1890 circa
Titolo originale e data pubblicazione: El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, 1605-1615
Prima traduzione italiana: Traduzione di Lorenzo Franciosini, Venezia, 1622-25; traduzione di Bartolomeo Gamba, 1818
Pagine: 262 p. (terzo volume)
Dimensioni (bxh): cm. 13×18
Biografia dell’autore
Frontespizio della prima edizione della prima parte de El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, Juan de la Cuesta, Madrid 1605
Miguel de Cervantes Saavedra (Alcalá de Henares 1547 – Madrid 1616): scrittore, poeta, drammaturgo e militare spagnolo.
Di umili origini, visse un’infanzia di continui spostamenti al seguito del padre. Nel 1570 fu costretto a fuggire per evitare la condanna al taglio della mano destra per un’accusa di ferimento. Rifugiatosi in Italia, entrò nella corte degli Acquaviva – Ducato di Atri (oggi in Abruzzo) – e, poco dopo, si arruolò nella compagnia di Diego de Urbina, capitano del reggimento di fanteria di Miguel de Moncada, allora al servizio di Marc’Antonio Colonna.
Nel 1571 Cervantes, a bordo di una galea della Lega Santa impegnata nella battaglia di Lepanto, riportò una ferita e perse l’uso della mano sinistra. Nel 1575 navigò alla volta della Spagna, ma durante il viaggio il galeone fu assalito dai pirati e finì prigioniero ad Algeri: verrà liberato cinque anni dopo, grazie al pagamento di un riscatto.
Nel 1580 tornò in Spagna e pubblicò il suo primo romanzo, La Galatea. Ma la letteratura non gli garantiva un guadagno adeguato, per cui intraprese l’attività di esattore d’imposte, operando tra Siviglia e Valladolid. Il primo volume del Don Chisciotte uscì solo nel 1605: il successo fu tale che nel giro di pochi anni Cervantes poté mandare in stampa il resto dell’opera e altri lavori. Nel 1606 si trasferì a Madrid dove si dedicò, alla corte di Filippo III, ad un’intensa produzione letteraria che segnò l’ultimo decennio della sua vita.