Il libro costituisce un’edizione ridotta dei tre volumi dell’autobiografia di Simon Dubnow, uscita anch’essa nel 1937 in tedesco con il titolo di Buch des Lebens, “libro della vita”.

 

 

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AutoreSimon Dubnow
TitoloMein Leben
Editore: Jüdische Buchvereinigung
Luogo: Berlin
Anno: 1937
Titolo originale e data pubblicazione: Моя жизнь, Riga, Jaunátnes Gramata, 1934-1935; Buch des Lebens, Berlin, 1937 (in 3 volumi)
Pagine: p. 255
Dimensioni (bxh): cm. 12×19
Sitografia: Simon-Dubnow-Institut | Holocaust Research Project


Biografia dell’autore

Simon Dubnow, dalla copertina di Mein Leben, Berlin, 1937

 

Simon Dubnow a Vilna, 1934

 

Simon Dubnow (Mstislavl 1860 – Riga 1941) è stato un politico e storico dell’ebraismo. Nato in una famiglia ebraica della Bielorussia, il suo nome ha diverse grafie: Dubnow o Dubnov, in russo: Семён Ма́ркович Ду́бнов – Semyon Markovich Dubnov; in yiddish: שמעון דובנאָװ‎ – Shimen Dubnov. Ricevette un’educazione tradizionale frequentando lo heder e la yeshiva, studiando yiddish ed ebraico. Successivamente entrò nella scuola ebraica statale dove apprese anche il russo. Con l’emanazione delle Leggi del maggio, una serie di provvedimenti anti-ebraici voluti dallo zar Alessandro III, Dubnow dovette interrompere gli studi, che portò così avanti da solo, rimanendo affascinato in particolare dalle teorie dell’Haskalah (l’“illuminismo ebraico”) e dagli studi di Heinrich Graetz sulla Wissenschaft des Judentums, la “scienza del giudaismo”. Nel 1880 si trasferì a San Pietroburgo, contravvenendo al divieto per gli ebrei di lasciare la cosiddetta “Zona di residenza”. Iniziò così a scrivere per riviste russo-ebraiche. Nel 1890 gli ebrei furono espulsi dalla capitale: Dubnow si spostò a Odessa, dove continuò a pubblicare studi di storia ebraica, e successivamente a Vilna, in Lituania. Partecipò attivamente alla questione politica relativa alla situazione degli ebrei in Russia: operò all’interno del mondo ebraico per la modernizzazione dell’educazione, all’esterno per il riconoscimento dei diritti degli ebrei russi, ponendosi nel solco delle coeve posizioni di assimilazione e socialismo e confrontandosi sia con i gruppi sionisti che con quelli che proponevano l’autonomia della diaspora ebraica. Nel 1906 ottenne il permesso di tornare a San Pietroburgo, dove fondò il Folkspartei (il “partito del popolo”, in yiddish: ייִדישע פֿאָלקספּאַרטײַ) insieme a Israel Efrojkin. Nel 1917 divenne professore di Storia ebraica all’università di San Pietroburgo/Pietrogrado e in quell’anno guarda con speranza alla Rivoluzione russa come possibilità di accelerare il processo di emancipazione degli ebrei. Nel 1922 emigrò prima a Kaunas poi a Berlino. Tra il 1925 e il 1929 fu pubblicata, in versione tedesca, la sua opera principale: i dieci volumi della Weltgeschichte des jüdischen Volkes (“storia mondiale del popolo ebraico” n.d.c.); nel 1931 è la volta dei due volumi della Geschichte des Chassidismus (“storia del Chassidismo” n.d.c.). Nel 1927 effettuò una ricerca sui pinkeysim (libri memoriali) delle comunità polacche per conto dello Yidisher Visnshaftlekher Institut (YIVO). Nel 1933, alla presa del potere di Hitler, Dubnow si trasferì a Riga, dove iniziò a scrivere la propria autobiografia. Nell’estate del 1940 ottenne un visto per la Svezia che, tuttavia, non utilizzò. Quando l’estate successiva le truppe tedesche occuparono Riga, venne trasferito nel ghetto della città dove, secondo molte testimonianze, Dubnow esortava gli ebrei a scrivere e registrare: “Yidn, shraybt un farshraybt”. L’8 dicembre 1941, troppo anziano e malato per essere trasferito nella foresta con tutti gli altri ebrei in attesa di esecuzione (nei massacri di Rambula), venne eliminato nel ghetto.


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