Opere postume.
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Autore: Leo Tolstoi
Titolo: Nachgelassene Werke, Band 3
Editore: J. Ladÿschnikow
Luogo: Berlin
Anno: 1911
Pagine: p. 350
Dimensioni (bxh): cm. 13,5×18,5
Biografia dell’autore
Lev Tolstoj a Jasnaja Poljana, maggio 1908 (foto: Sergej Michajlovič Prokudin-Gorskij)
Lev Nikolaevič Tolstoj (Jasnaja Poljana, 1828 – Astapovo 1910): scrittore russo.
Figlio del conte Nikolaj e della principessa Marija Volkonskaja, rimase orfano e venne cresciuto da alcune zie. Nel 1844 si iscrisse alla facoltà di filosofia presso l’Università di Kazan’ (studiando in particolare le lingue orientali, arabo e turco) e poi a legge, scegliendo tuttavia di abbandonare presto gli studi. Nel 1849, tornato a Jasnaja Poljana, fondò una scuola per i figli dei contadini e portò avanti lo studio come autodidatta: in quel periodo lesse in particolare Rousseau e il Vangelo. Nel 1851 si arruolò volontario alla guerra del Caucaso, trovandosi nel 1853 in Crimea in veste di ufficiale: quell’esperienza confluirà ne I racconti di Sebastopoli, un testo tutt’altro che patriottico, che gli causerà i primi problemi con la censura zarista. In questi anni pubblicò anche il racconto Infanzia (1852) sulla rivista “Sovremennik”, primo nucleo di una trilogia autobiografica cui seguiranno Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857). Nel 1856 abbandonò la carriera militare e fece alcuni viaggi in Europa occidentale, incontrando figure come Proudhon, Herzen, Dickens. Maturò così delle riflessioni in ambito religioso, per una “beatitudine sulla terra” per l’umanità. Nel 1862 fondò la rivista “Jasnaja Poljana”, articolata in due sezioni: “Scuola. Rivista pedagogica” e “Libretti per bambini”. Su queste pagine Tolstoj elaborò le sue teorie sull’educazione del popolo. Con l’abolizione della servitù della gleba in Russia (1861), Tolstoj esercitò la funzione di giudice di pace nelle contese tra proprietari e contadini.
Nel 1862 Tolstoj sposò la diciassettenne Sof’ja Andreevna, da cui avrà tredici figli (di cui cinque morti alla nascita o in tenera età). Negli anni successivi, il tema del matrimonio, la vita familiare e del femminile diventerà centrale nella sua produzione letteraria. Nel 1863 iniziò a lavorare a Guerra e pace, che concluderà solo sei anni dopo, nel 1869: ambientato al tempo delle guerre napoleoniche, il romanzo è intessuto di riflessioni filosofiche e trattazioni storiche.
L’opera successiva, Anna Karenina, lo impegna dal 1873 al 1877. Nel 1882 scrive La confessione, in cui racconta il proprio percorso religioso. Seguono diversi romanzi: La morte di Ivan Il’ič (1886), La sonata a Kreutzer (1890), Resurrezione (che sarà pubblicato, ma con molti tagli della censura, nel 1899).
Tra gli anni Ottanta e Novanta Tolstoj approfondì temi religiosi, educativi, sociali, che lo portarono ad allontanarsi sempre più dalle linee della Chiesa ortodossa, che lo colpì con la scomunica nel 1901. Lo scrittore, infatti, cominciava anche ad avere adepti e il “tolstojsmo” a diffondersi: si trattava di una teoria sociale e spirituale in contrasto con il potere dello zar e i dettami della Chiesa ortodossa, che propugnava un ritorno alla vita contadina, di struttura patriarcale, e al cristianesimo radicale, stigmatizzando il progresso moderno come foriero di nuova schiavitù, quella della fabbrica. All’arte, invece, doveva andare il compito di diffondere la fratellanza tra i popoli, in una visione pacifista e non-violenta per la risoluzione dei conflitti.
Negli ultimi anni della sua vita i suoi scritti sono dedicati a questi temi, come ad esempio Che cos’è l’arte? (1897), La schiavitù del nostro tempo (1900). Nel 1904 concluse l’ultimo romanzo, Chadži-Murat, pubblicato poi nel 1912. Allo scoppio della guerra russo-giapponese, nel 1905, prese una posizione radicale contro il conflitto.
Nel 1910, anziano e malato, in una crisi personale derivante dalle tensioni familiari e spirituali, fuggì dalla tenuta di Jasnaja Poljana. Nei pressi della piccola stazione di Astapovo, fu colto da un malore e qui rimase in agonia per alcuni giorni.