Nei giorni scorsi l’Associazione Arteinmemoria di Roma ha ricevuto una lettera contenente violenti attacchi ad Adachiara Zevi. La Fondazione Villa Emma pubblica un comunicato sulla questione. Chi lo condivide può inviare la sua adesione a segreteria@fondazionevillaemma.orgNei prossimi giorni comunicheremo l’elenco delle firme.

Abitualmente frequentiamo, per ragioni di studio e di ricerca, le pagine più inquietanti del Novecento, misurandoci costantemente con la scena di un presente sciagurato, nel quale s’inseguono proclami e parole d’ordine che di quel passato non portano alcuna conoscenza critica, evocandolo esclusivamente per mezzo del più bieco uso pubblico di alcuni suoi capitoli e manifestando, oggi come in altri momenti, ideologie venate di quei fascismi e razzismi che, “pur modificandosi, permangono, presentandosi in forme diverse” (Primo Levi).

Non di rado, negli ultimi mesi, abbiamo dovuto anche registrare, con seria preoccupazione, voci e perfino il dispiegarsi di un linguaggio – provenienti da rappresentanti di forze politiche e, in alcuni casi, di alte istituzioni – che amplificavano taluni motivi contenuti in quei pericolosi segnali, con scarsa attenzione e poco senso di responsabilità verso gli effetti che gli stessi possono produrre nella comunicazione pubblica.

Per tali motivi, non rimaniamo sorpresi (anche se certo non lo accogliamo con rassegnazione) da quanto accaduto nei giorni scorsi, quando all’Associazione Arteinmemoria di Roma è stata recapitata una lettera piena d’odio e d’insulti nei confronti di Adachiara Zevi, ma prendiamo a riferimento l’accaduto per rafforzare le ragioni del nostro impegno e per opporci, anche sul piano politico, a tali gesti, contrastando radicalmente ciò che essi rappresentano.

Stavolta, inoltre, ci sembra di assistere ad un accanimento che va stigmatizzato: infatti la missiva non esplode uno sparo nel mucchio; non fa genericamente riferimento ad un “complotto”, ad un immaginario “gruppo di potere”, ma colpisce con precisione una persona e una studiosa che ha dato e continua ad offrire un contributo di prim’ordine sul piano interpretativo e della proposta culturale, agendo nell’alveo di uno dei più delicati temi che negli ultimi anni hanno caratterizzato la discussione pubblica: il rapporto tra storia e memoria, con particolare riferimento alle forme di produzione dell’arte contemporanea, simbolicamente ospitate presso i resti della sinagoga di Ostia Antica. L’inizio di tale attività coincise – il 16 ottobre 2002 – con l’anniversario della deportazione degli ebrei romani, mentre nelle successive edizioni la manifestazione è caduta a ridosso del Giorno della Memoria.

In tal senso, il raccapricciante rammarico, formulato da un redivivo Hitler, di “non aver conosciuto” la presidente di Arteinmemoria in uno dei suoi campi di concentramento (compito però assolvibile da volenterosi “seguaci” dei nostri giorni), non è tanto spia di una macabra ironia o frutto di una scellerata forma di creatività, quanto segno di una nuova, ulteriore violenza, che – tra i tanti alimenti ingurgitati – trova, ancora una volta, nell’antisemitismo un vessillo privilegiato da sventolare.

Dunque non ci basta la solidarietà.

Noi stiamo e staremo dalla stessa parte di Adachiara Zevi e condividiamo gli intenti dell’Associazione Arteinmemoria; continueremo al loro fianco la ricerca intrapresa, organizzeremo occasioni di incontro e discussione, promuoveremo i loro progetti a cominciare dal prossimo, pensato per il 27 gennaio 2019, quando verranno chiamati a raccolta opere e artisti da realtà che oggi virano verso forme di nazionalismo esasperato e di xenofobia.

Chi legge questa dichiarazione può fare lo stesso.

Pensiamo infine che le istituzioni del nostro paese, subito dopo le parole di condanna, non mancheranno di sostenere il lavoro di Arteinmemoria, come segno di una scelta precisa, che vuole dar fiato a quanti ritengono che arte e cultura storica costituiscano una delle risposte più forti e significative alle violenze subite e ai vuoti di memoria.

Adachiara Zevi dal 2014 fa parte del coordinamento scientifico che cura l’ideazione di un luogo per la memoria dei ragazzi ebrei accolti e salvati a Nonantola tra il 1942 e il 1943.

Per la Fondazione Villa Emma – Ragazzi ebrei salvati, sono firmatari:

  • Stefano Vaccari (presidente)
  • Fausto Ciuffi (direttore)
  • Ivan Andreoli
  • Maria Bacchi
  • Alberto Cavaglion
  • Eleonora Cussini
  • Benedetta Donati
  • Sara Ferrari
  • Daniele Jalla
  • Maria Laura Marescalchi
  • Elena Pirazzoli
  • Guido Pisi
  • Micaela Procaccia
  • Rocco Raspanti
  • Nella Roveri
  • Klaus Voigt