Libri
DVD

 

La produzione editoriale della Fondazione Villa Emma si organizza lungo i seguenti filoni di lavoro: ricerca storica, narrazione e testimonianze, formazione e didattica, materiali audiovisivi.

Di seguito presentiamo il catalogo delle nostre pubblicazioni. Contattateci per ulteriori informazioni o per riceverne copia.


Libri

 

Sonja Borus

Diario di Sonja

Fuga e aliyah di un’adolescente berlinese, 1941-1946

Il Mulino, Bologna 2018

Il diario al quale Sonja Borus consegnò le sue impressioni, che prese forma nel corso di una lunga fuga (attraverso Slovenia, Italia e Svizzera, fino all’approdo in Palestina), della quale fu protagonista con altri settantadue amici, diventa oggi un libro prezioso, fondamentale per quanti vogliano avvicinarsi ulteriormente alla vicenda dei ragazzi ebrei arrivati a Nonantola nell’estate del 1942 e costretti ad abbandonarla, nell’autunno dell’anno successivo, con i tedeschi ormai alle porte del paese.


 

Klaus Voigt

Villa Emma

Ragazzi ebrei in fuga 1940 – 1945

La Nuova Italia, Firenze-Milano 2002

Presenta i risultati della ricerca svolta dallo storico berlinese sulla storia dei ragazzi dagli inizi fino alla salvezza e all’arrivo in Palestina: ricostruzione puntuale, inserita nel contesto europeo che l’ha originata, supportata da un’imponente documentazione. Il periodo trascorso a Villa Emma, nel travagliato itinerario di fuga, risulta fondamentale per la salvezza del gruppo.

[FUORI COMMERCIO]


 

Monica Debbia, Marzia Luppi

Tutti salvi

La vicenda dei ragazzi ebrei di Villa Emma. Nonantola 1942 – 1943

Comune di Nonantola, Istituto storico di Modena, Edizioni Artestampa, Modena 2002

Quaderno didattico che prende spunto dalla vicenda dei ragazzi di Villa Emma per affrontare il vasto tema del secondo conflitto mondiale inteso come “grande contenitore di storie”, passando dal contesto locale ad una prospettiva di storia europea. Ricco di documenti di varia tipologia, organizzati in percorsi tematici; si presenta come uno strumento utile al laboratorio di storia.

[FUORI COMMERCIO]


 

Ombretta Piccinini, Klaus Voigt

I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola

Comune di Nonantola, Archivio storico comunale, 2002

Catalogo della mostra esposta permanentemente a Nonantola e itinerante in Italia e in Europa; costituisce l’apparato iconografico del volume di Klaus Voigt. Permette di attribuire un volto ai protagonisti della vicenda di Villa Emma, di ricostruire le tappe del lungo viaggio e di cogliere aspetti della vita quotidiana nel corso degli anni in fuga.


 

Josef Indig Ithai

Anni in fuga

I ragazzi di Villa Emma a Nonantola

a cura di Klaus Voigt, Giunti, Firenze-Milano 2004

Costituisce l’unica testimonianza che abbraccia l’arco complessivo della vicenda dei ragazzi ebrei arrivati a Nonantola nel 1942 e poi fuggiti, nell’autunno del 1943, alla volta della Svizzera. Redatto dall’autore, educatore-accompagnatore del gruppo da Zagabria fino alla salvezza e all’arrivo in Palestina, è stato poi rielaborato in anni successivi. Il curatore, Klaus Voigt, ha condotto una ricognizione sulle diverse redazioni del testo.


 

Maria Laura Marescalchi, Anna Maria Ori

Nonantola e i salvati di Villa Emma

Una guida per la scuola e per i visitatori

Quid Edizioni, Nonantola 2007

Strumento agile che si propone di offrire gli elementi fondamentali per conoscere una storia e un luogo, unendo alle esigenze della divulgazione il rigore delle informazioni storiche. Il testo offre stimoli e prospettive di approfondimento sia a insegnanti e studenti, sia a quanti visitano i luoghi nonantolani legati alla vicenda. La guida è corredata da una significativa rassegna di immagini e documenti, 11 profili biografici e una cronologia comparata.


 

Maria Bacchi, Nella Roveri (a cura di)

Narrazione, narrazioni, narratori

Io che ti ascolto mentre tu racconti: la scrittura di Rada, bosniaca stanca di guerra

Atti del Seminario di formazione “Le strade del mondo”, Fondazione Villa Emma, 2008

Il quaderno raccoglie materiali e riflessioni di relatori e corsisti che hanno partecipato all’edizione del Seminario “Le strade del mondo 2007”, dedicato ai processi di ricostruzione del tessuto etico, civile e sociale in Bosnia dopo la guerra degli anni Novanta. Tre brevi saggi delle curatrici affrontano i temi della narrazione dell’altro e del laboratorio di riscrittura autobiografica. Tra i contenuti del volume, oltre alle scritture dei partecipanti, una lettera di Rada Zarkovic (protagonista, con i suoi testi, del laboratorio), gli interventi dei relatori e la conversazione, densa e a tratti dolorosa, di Rada Zarkovic e Hamica Nametak con i corsisti.


 

Maria Bacchi (a cura di)

La memoria di un viaggio

Riflessioni e scritture dopo un treno per Auschwitz

Edizioni Artestampa, Modena 2010

“Cosa pensano di Auschwitz, di ciò che rappresenta e testimonia, i ragazzi che provengono dall’Africa, dalla Cina, dal Maghreb, dall’Afghanistan, dal Brasile e dalle moltissime altre realtà extraeuropee presenti nelle scuole dell’Europa di oggi? Quali pensieri e quali sensazioni muove in loro il discorso sulla Shoah che intorno al 27 gennaio prende corpo? Cosa smuove, invece, in ragazzi che, pur facendo parte delle comitive organizzate da scuole ed enti locali […] subiscono le suggestioni dei movimenti razzisti, antisemiti, antizigani, omofobi e xenofobi?”. A partire da queste domande, l’autrice ci guida nell’altro viaggio, quello compiuto al ritorno da Auschwitz, dalle ragazze e dai ragazzi del Servizio civile volontario di Modena, attorno ai nuclei pregnanti ed urgenti del discorso su Auschwitz sessant’anni dopo. ‘Viaggiatori della mente’ e ‘Viaggiatori del reale’ intrecciano sensazioni, pensieri, riflessioni e parole, in un percorso che, in maniera sorprendente e feconda, riallaccia Auschwitz al colonialismo e allo schiavismo e fa dialogare Primo Levi e Joseph Conrad, alla ricerca di nuovi ed efficaci strumenti per commemorare, indagare, capire la storia del XX secolo.


 

Maria Bacchi e Nella Roveri (a cura di)

L’età del transito e del conflitto

Bambini e adolescenti tra guerre e dopoguerra 1939-2015

Il Mulino, Bologna 2016

Quali fili collegano le vicende dei ragazzi ebrei provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale nascosti e salvati a Villa Emma (Nonantola) tra il 1942 e il 1943 e quelle dei bambini e degli adolescenti che oggi arrivano sulle coste del Mediterraneo in fuga da guerre e povertà? Che ruolo hanno avuto e possono avere le comunità che accolgono, le relazioni educative, gli incontri con i coetanei, nella possibilità di riparare i traumi subiti e di darsi un futuro? Come e quando i memoriali che ricordano storie di bambini e adolescenti nelle guerre e nei genocidi, anche recenti, aprono la strada a un presente che garantisca diritti e prospettive a chi è ancora minorenne? Questo libro raccoglie, inquadrandole dal punto di vista storico, antropologico e giuridico, voci di chi ha vissuto l’infanzia durante la Shoah, le guerre di disgregazione della Jugoslavia, le partenze dall’Afghanistan dei talebani, le pericolose rotte delle fughe dall’Africa attraverso il Mediterraneo. I temi del trauma, della violenza subita, del complesso rapporto con la parola e con la narrazione s’intrecciano con i problemi legati a un modo di accogliere e di educare che possibilmente faccia leva sulla valorizzazione della soggettività, nonché sulla capacità di resistenza che ragazzi e ragazze possono ricavare da un gruppo forte di coetanei: il «collettivo», come lo chiamavano a Villa Emma.


DVD

 

Rai 3 Educational – La Storia siamo noi, Fondazione Villa Emma, Village Doc&Films

I ragazzi di Villa Emma

regia di Aldo Zappalà
© Fondazione Villa Emma, Italia 2008
durata: 60 min.

La storia di 73 ragazzi ebrei in fuga attraverso l’Europa sconvolta dalla guerra e ospitati dall’estate del 1942 all’autunno del 1943 a Nonantola, in provincia di Modena. Accolti e soccorsi dalla popolazione locale, conoscono a Villa Emma una parentesi di quiete. Dopo l’8 settembre, per sfuggire alla cattura e alla deportazione, riescono, nonostante i pericoli, a raggiungere la Svizzera. La loro vicenda e la loro salvezza raccontate dalla voce dei testimoni e dalla forza delle immagini.

Guardalo su YouTube →


 

Fondazione Villa Emma, con il sostegno di Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

In cammino con Boris Pahor

di Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi
© Fondazione Villa Emma, Italia 2011
durata: 60 min.

La testimonianza di Boris Pahor ci guida lungo un viaggio che tocca luoghi ed esperienze della sua vita, legandosi ai temi fondamentali di Necropoli e di altre sue opere: Trieste e la comunità slovena perseguitata dal fascismo, il secondo conflitto mondiale e la resistenza, la deportazione politica e il campo di Natzweiler-Struthof, il ritorno a casa e il difficile dopoguerra.
Alle parole del testimone s’intrecciano, in un susseguirsi di incontri, le riflessioni e le emozioni di quanti hanno letto i suoi libri e lo hanno conosciuto: lo scrittore-giornalista Paolo Rumiz, la storica Marta Verginella, la direttrice del Centre européen du résistant déporté Valérie Drechsler, gli studiosi David Bidussa, Dunja Nanut e Franco Cecotti.
In tal modo, il racconto di Pahor diventa occasione per riflettere sul rapporto fra testimonianza e storia, sulle peculiarità e sull’importanza delle sue narrazioni, sul significato dei luoghi della memoria, sul cammino di un uomo di confine che, insieme alla coerenza e alla tenacia, ci mostra una grande lezione di libertà.

Guardalo su YouTube →


 

Fondazione Villa Emma, in collaborazione con Provincia di Roma, con il sostegno di Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Dove vi portano gli occhi – a colloquio con Edith Bruck

di Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi
© Fondazione Villa Emma, Italia 2012
durata: 55 min.

La testimonianza di Edith Bruck abbraccia un tempo ampio, lungo un tragitto controverso e accidentato. Incontriamo così gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza (ricondotti non solo al Lager, ma anche alle discriminazioni del prima e dopo Auschwitz); il difficile ritorno dai campi; l’indifferenza del mondo, tra Europa e Israele; la vita che riesplode dopo la prigionia; l’arrivo in Italia, che diviene sua dimora. La sua memoria offre un prezioso contributo per decifrare precise pagine di storia e, quando la forza delle parole invade il presente, ci richiama ad una assunzione di responsabilità verso la conoscenza e l’interpretazione del passato, proiettando anche nel nostro tempo il peso e il senso della sua riflessione. Edith Bruck sembra dirci, con coraggio, che la rievocazione di un racconto tragico acquista forza se la sua esperienza e i suoi libri danno ad altri, venuti dopo, la possibilità di prendere la parola e di dire la loro. E si rivolge soprattutto ai giovani.

Guardalo su YouTube →


 

Fondazione Villa Emma, in collaborazione con Ert – Fondazione Emilia-Romagna Teatro, con il sostegno di Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

La nostra lingua manca di parole

Se questo è un uomo di Primo Levi letto in: arabo, ebraico, francese, inglese, italiano, polacco, russo, sloveno, tedesco, ungherese

di Ivan Andreoli, Fausto Ciuffi, Antonietta Notarangelo, Claudia Terzi, Alessandra Varvaro
© Fondazione Villa Emma, Italia 2013
durata: 85 min.

Mentre stendeva il resoconto della sua esperienza di deportato, Primo Levi constatava che la lingua – con la quale inviava a destinatari ignoti le sue memorie – mancava di parole per esprimere l’offesa subita: uno strumento limitato, parzialmente in grado di restituire la profondità e l’essenza di un’avventura estrema. Molte lingue d’Europa si erano dimenate, ad Auschwitz, nel disperato tentativo di costruire brandelli di comunicazione, in una realtà governata da un idioma inaccessibile, dove proprio la contusione dei linguaggi e la possibilità di capire o non capire, di assecondare o fraintendere un comando potevano salvare o condannare a morte. Ma le parole di Se questo è un uomo, finite sulla carta di un libro, hanno avuto la fortuna di viaggiare e di sciogliersi in altre lingue, spargendo per il mondo la fondamentale richiesta di ascolto più volte pronunciata dal suo autore: “speravamo non di vivere e raccontare, ma di vivere per raccontare”.
lI 27 gennaio 2011 abbiamo chiamato a raccolta dieci lingue. Persone convenute a teatro da luoghi e paesi diversi, per una sera hanno dato vita ad una comunità e hanno attraversato insieme, in virtù delle parole che ognuno pronunciava nella propria lingua-madre, lo stesso paese: un paese che si chiama Se questo è un uomo, nome ripetuto tante volte, in un’orazione civile che voleva ricordare, attraverso l’ascolto attento e condiviso della storia di un uomo, la violenza che con milioni di altri aveva subito, e la solitudine, la non-comunicazione, in cui era stato costretto. Hanno partecipato alla lettura: Edith Bruck, Pupa Garribba, David Grossman, Boris Pahor Roberto Alperoli, Noemi Ambroz, Micol Bemporad, Geppe Bretoni, Lilya Hamadi, Tahar Lamri, Valéry Le Guern, Fabio Levi, Massimo Mezzetti, Igor Patsaryna, Barbara Poplawska, Harriet Phillips, Matteo Richetti, Inga Wagner.

Edizione con sottotitoli in francese, inglese, italiano, tedesco
Modena, Teatro Storchi, 27 gennaio 2011 – Giorno della Memoria.

Guardalo su YouTube →

Il dvd contiene anche la registrazione de Il superstite letto in dieci lingue
Modena, Teatro delle Passioni, 20 aprile 2012
per il 25° anniversario della scomparsa di Primo Levi.

Guardalo su YouTube →


 

Fondazione Villa Emma, Biblioteca Archivio Vittorio Bobbato Pesaro, Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino, in collaborazione con A.N.P.I. – Comitato Provinciale di Pesaro-Urbino e Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino

L’interrogatorio – quel giorno con Primo Levi

di Alessandro e Mattia Levratti, Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi
© Fondazione Villa Emma, Italia 2014
durata: 65 min.

Pesaro, 5 maggio 1986: studenti e insegnanti delle scuole superiori incontrano Primo Levi. Per mesi, ragazze e ragazzi hanno letto i suoi libri, confrontandosi in periodici incontri con i loro amici e discutendone con i docenti. Hanno svolto relazioni, fatto ricerche e, soprattutto, preparato le domande da rivolgere all’autore, in un lungo interrogatorio. Ventisette anni dopo, con le preziose immagini di quella giornata, scorrono i ricordi e le riflessioni di chi sedeva sulle poltrone del Teatro Rossini. Ed è quel pubblico, in un racconto corale, a parlarci del testimone, della sua opera, e di una scuola libera e coraggiosa.

La trascrizione integrale dell’incontro fu pubblicata sul Quaderno n° 7 de “Il gusto dei contemporanei”, Pesaro 1990.
Al DVD è allegato un libretto con la ristampa del colloquio tra Primo Levi e gli studenti.

Guardalo su YouTube in italiano  →
Guardalo su YouTube in francese  →