Romanzo d’avventura a tinte romantiche, la cui trama presenta, sullo sfondo, le rivolte contro gli inglesi avvenute in Irlanda nei primi decenni del Novecento (in particolare la Easter Rising dell’aprile 1916). Dal libro, nel 1926, è stato ricavato l’omonimo film di Robert Boudrioz e Jean Durand.
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Autore: Pierre Benoit
Curatore/traduttore: N. Collin
Titolo: Der Riesendamm
Editore: Kurt Ehrlich
Luogo: Berlin
Anno: 1925
Titolo originale e data pubblicazione: La Chaussée des géants, 1922
Prima traduzione italiana: La strada dei giganti, pubblicato nella collana Il romanzo mensile, allegata a Il Corriere della Sera, a. XXII, n. 8, 15 agosto 1924, pp. 558-625
Pagine: p. 287
Dimensioni (bxh): cm. 13×19
Sitografia: Critiques Libres
Biografia dell’autore
Lo scrittore Pierre Benoit diviene membro dell’Académie française, 1932 (Bibliothèque nationale de France, Agence Meurisse)
Pierre Benoit (Albi 1886 – Ciboure 1962): scrittore e giornalista francese.
Figlio di un ufficiale di carriera, dopo aver svolto il servizio militare in Algeria divenne funzionario del Ministero dell’Istruzione pubblica e delle Belle Arti, con la mansione di bibliotecario. Arruolato all’inizio della Grande guerra, Benoit si ammalò e, una volta dimesso dall’ospedale militare, venne smobilitato. Nel 1918 pubblicò Kœnigsmark, primo libro di successo, seguito l’anno dopo da L’Atlantide. I suoi romanzi, oscillanti tra esotismo ed erotismo, si caratterizzano per trame avventurose con al centro figure di eroine, definite “amazzoni” o “baccanti”.
Dal 1923 iniziò a ricoprire il ruolo di inviato speciale per diversi giornali e riviste: viaggiò in Turchia, Palestina, Siria, Tunisia, Libano, Iran, poi in estremo Oriente e Australia, incontrando e intervistando le principali figure politiche dell’epoca, da Hailé Sélassié a Benito Mussolini, da Hermann Göring a Salazar. Nel 1931 divenne membro dell’Académie française. I suoi libri hanno conosciuto una discreta fortuna cinematografica, tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso.
Durante l’occupazione tedesca Benoit tenne una posizione ambigua: uomo di destra, reazionario e nazionalista, orgogliosamente colonialista, preferì però declinare qualsiasi carica offertagli durante il governo di Vichy. Nel dopoguerra venne imprigionato come collaborazionista per qualche mese e poi liberato su intercessione di Louis Aragon.