Giorni fa, il 16 settembre, un importante riconoscimento è stato tributato all’opera di un’amica di Villa Emma, mentre nello stesso giorno un saluto pubblico ha detto addio ad un altro nostro compagno di cammino.
A Edith Bruck – della quale abbiamo raccontato la vita, la costruzione della testimonianza e la conquista della scrittura, che l’ha portata a scegliere la lingua del nostro paese, nel quale approdò nell’immediato dopoguerra, per narrare le violenze subite e il ritorno alla libertà – è stato infatti assegnato il Premio Campiello alla carriera.
Chi vuole, può guardare (o riguardare) “Dove vi portano gli occhi”, per seguire le immagini, le parole e i pensieri di una donna sempre all’erta e pronta a gettare sulle vicende uno sguardo spregiudicato e indagatore.
Nel corso di una cerimonia laica è stato invece ricordato, a Milano, Bruno Segre, scomparso lo scorso 23 agosto. Bruno ha sempre camminato al nostro fianco, a partire da un incontro per il Giorno della memoria 2007, quando ragionò sulla sua vita e sulla storia della sua famiglia, raccontando la fuga e l’accoglienza che gli dettero la salvezza. Poi, nel corso di tanti convegni e appuntamenti, ha ripercorso il suo lavoro “visionario” alla Olivetti, il suo impegno per la pace e la ricerca incessante che lo ha portato sulle strade di convivenze difficili e avventurose, sulle quali sempre dobbiamo scommettere, e che sempre dobbiamo immaginare, sostenendone le complicate ragioni. Ci ha anche parlato di che “razza di ebreo” è stato, con sguardo libero e spregiudicato. Il suo coraggio e la chiarezza dei suoi discorsi restano dolorosi nella nostra mente, e non ci consola il ricordo del suo affetto, né la certezza d’avergli voluto bene.