Il romanzo racconta la vita di Jörn Uhl, un ragazzo cresciuto nell’ambiente rurale dello Schleswig-Holstein. Unico fra i figli di un padre brutale capace di assumersi la responsabilità di sostenere la famiglia, Jörn lascia la scuola per dedicarsi alla dura vita dei campi. Con lo scoppio della guerra franco-prussiana viene chiamato per il servizio militare. Al suo ritorno, Jörn deve fare fronte, come un eroe dickensiano, a una serie di disgrazie: cattivi raccolti, debiti, la morte della moglie, la perdita della casa per un fulmine. Paradossalmente è proprio questa catastrofe a liberare Jörn dalle sue responsabilità. Ricomincia a studiare, sposa in seconde nozze la figlia del pastore. La morale del romanzo è suggerita dalla frase che Jörn Uhl dice all’amico che dovrà scrivere la sua vita: “Anche se il suo cammino lo ha condotto attraverso la tenebra e la tribolazione, era ancora un uomo felice, perché era umile e aveva fede”.
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Autore: Gustav Frenssen
Titolo: Jörn Uhl
Editore: G. Grote
Luogo: Berlin
Anno: 1903
Prima edizione: 1901
Pagine: p. 525
Dimensioni (bxh): cm. 13×17,5
Biografia dell’autore
Gustav Frenssen (Bundesarchiv, Bild 183-S42619 / CC-BY-SA 3.0)
Gustav Frenssen (Barlt 1863 – 1945): scrittore tedesco.
Studiò teologia nelle università di Tübingen, Berlino e Kiel e nel 1890 divenne pastore luterano a Hennstedt e poi a Hemme, successivamente conseguì un dottorato in teologia ad Heidelberg nel 1903. Fu uno dei più notevoli rappresentanti della letteratura regionale (Heimatkunst o Heimatliteratur). Ottenne grande successo con i romanzi Die drei Getreuen (1898) e ancor più con il romanzo di formazione Jörn Uhl (1901), lasciando così il servizio pastorale per dedicarsi alla scrittura. Nel 1906 pubblicò Peter Moors Fahrt nach Südwest, sulla rivolta degli Herero e dei Nama nelle colonie tedesche in Africa sud-occidentale. Seguirono, in una vasta produzione, Hilligenlei (1906) e Das Leben des Heilands (1907), nei quali domina il problema di Dio, ripreso in Der Glaube der Nordmark (1936). Le sue opere vennero tradotte in diverse lingue e divennero particolarmente popolari in Scandinavia, dove il suo nome venne proposto per l’assegnazione del Nobel per la letteratura.
Frenssen era un nazionalista conservatore, favorevole alle colonie e interessato alle teorie del razzismo biologico: a partire dagli anni Venti l’antisemitismo divenne sempre più evidente nelle sue opere. Lasciò così la fede cristiana, abbracciando credenze del neopaganesimo germanico. Nel 1932 votò per Hitler e l’anno successivo fu tra i firmatari del Gelöbnis treuester Gefolgschaft (“voto dei seguaci più fedeli”, n.d.c.) al Führer, sottoscritto da 88 scrittori e poeti. Nel 1938 Fressen fu a favore delle leggi razziali, della persecuzione antiebraica e dell’eutanasia. Nello stesso anno venne insignito da Hitler della Goethe-Medaille für Kunst und Wissenschaft, riconoscimento per l’arte e la conoscenza.
Negli ultimi anni della sua vita lavorò per la radio e l’ufficio stampa del partito nazista.